Sebbene privata della preziosa autonomia, dal punto di
vita economico e culturale il XIII e parte del XIV sec. risultano particolarmente
proficui per la società amalfitana.
Vengono applicate le tecniche di produzione della carta apprese dal mondo
arabo, si incrementa la lavorazione della lana e, nella parte più
interna della Valle del Canneto, nel 1361 si installa una delle più
antiche Ferriere d’Europa. In campo marittimo e giuridico viene
definitivamente introdotto e perfezionato l'uso della bussola, ed il giudice
Giovani Augustariccio nel 1274 fissa su carta le “Consuetudines
Civitatis Amalfie”. Infine grazie all’azione del cardinale
Pietro Capuano e immediatamente dopo dell’arcivescovo Filippo Augustariccio,
vengono realizzate notevoli opere pubbliche e monumentali quali: l’Ospedale
di S. Maria Cruciferarum, le scuole pubbliche ed un nuovo porto, nonché
il Chiostro Paradiso, la Cripta del Duomo, il Campanile ed ultimata la
Cattedrale.
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Traslazione di S. Andrea
codice del XV sec. |
Ma la fine è nell’aria;
La guerra tra Angioini ed Aragonesi per il predominio del Regno di Sicilia,
non solo blocca i commerci amalfitani, ma addirittura provoca la confisca
delle navi a fini bellici. Il colpo di grazia arriva poi con la nuova
concorrenza dei commercianti catalani, frattanto che gli Aragonesi subentrano
agli Angioini, e soprattutto con la terribile tempesta del 24 novembre
del 1343.
Una tempesta di portata eccezionale infatti, investe gran parte del Regno
di Napoli, ed in Costiera Amalfitana ingoia quasi un terzo del litorale
e tutti i porti; Il Petrarca, in viaggio nel Regno di Napoli, lascia una
minuziosa cronaca dell’evento in una nota epistola delle “Familiari”…
Assoggettato a feudo dal 1392 al 1583 il Ducato di Amalfi, assiste avvilito
e sconfitto, al susseguirsi quali duchi di Amalfi di esponenti di nobili
famiglie straniere quali i Sanseverino, i Colonna, gli Orsini ed infine
i Piccolomini.
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