Iniziamo la scoperta di Maiori facendo conoscenza
con la parte bassa, col Lungomare, la spiaggia…
Lasciato alle nostre spalle lo svettante Obelisco di S. Maria a
Mare attraversiamo via Giovanni Amendola per ritrovarci davanti
alla chiesetta di San Giacomo a Platea
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Amalfi dall'Hotel Cappuccini |
Edificata nel XIII secolo, in base ad un antichissimo
privilegio durato fino al XVII secolo, entrando in questa chiesa
l'Arcivescovo di Amalfi s’insediava nell’Arcidiocesi
amalfitana. Sull'altare un superbo dipinto su tavola raffigurante
la Madonna di Porto Salvo, nella zona absidale le statue
cinquecentesche degli Apostoli Filippo e Giacomo Maggiore e, in
una teca lignea, una graziosa "Madonna Bambina" opera
di Luigi Capone della seconda metà dell’800.
Dai lati dell'altare si penetra nella sede dell'Arciconfraternita
"Mortis et Oratione", fondata nel XVI sec. Nei locali
è allestito un angolo museale con stendardi ed oggetti sacri.
la
Chiesa di San Benedetto
Di impianto barocco, lungo le cappelline laterali
conserva numerose tele e statue di Santi. Da segnalare tuttavia:
i due dipinti settecenteschi dell’Incoronazione
e dell’Assunzione con i SS. Andrea e Lorenzo, nonché
il magnifico Pavimento Maiolicato anch’esso realizzato nel
XVIII sec…
Una volta in piazza Flavio Gioia passiamo in Piazza
Duomo, il cuore di Amalfi, domina la scena l’imponente scalea
del Duomo che andiamo a visitare…
Piuttosto che di Duomo, sarebbe più corretto
parlare di complesso monumentale, in quanto composto da più
corpi autonomi, sebbene intimamente collegati tra loro. L’elemento
più antico della struttura è certamente la Basilica
del SS. Crocifisso, edificata prima dell’anno 833. Accanto
ad essa nel 987 sorse l’attuale Cattedrale dando vita ad un’unica
maestosa cattedrale metropolita a sei navate, poi divisa in due
chiese in epoca barocca. Il Campanile venne iniziato nel 1180 ed
ultimato nel 1276; del 1206 invece la costruzione della Cripta,
destinata ad accogliere le sacre spoglie di S. Andrea Apostolo.
Ultimo in ordine di tempo il Chiostro del Paradiso, edificato tra
il 1266 e il 1268…
Con calma adesso, e nel silenzio dovuto alla sacralità
del luogo, entriamo nel
Chiostro del Paradiso
In perfetto stile romanico-amalfitano, fu voluto tra
il 1266 ed il 1268 dall’Arcivescovo Filippo Augustariccio,
destinato a cimitero dei nobili amalfitani. Suggestivi la struttura
ad archi intrecciati che vanno a scaricare su 120 colonnine marmoree,
e ancora più il gioco di luci del porticato creato dai raggi
di sole che fanno capolino dagli archetti arabescati.
Procedendo da sinistra, troviamo vari reperti lapidei,
sarcogagi di epoche diverse e sei cappelline
patronali edificate tra il XII ed il XIV sec.
Sul fondo incontriamo la cappellina con l’affresco
del Cristo Pantacreator, poi quella con la magnifica Crocifissione
di scuola giottesca (Roberto D’Oderisio); è
un grandioso disegno con in primo piano il Cristo, la Vergine sofferente,
Giovanni, la Maddalena, i soldati in armature angioine e, in alto,
l’Angelo che prende in consegna l’anima del buon ladrone...
La Cappella a destra dell’entrata ci immette
nella....
Basilica del Crocifisso
E’ l’antica Cattedrale di Amalfi, edificata
nel IX secolo su di un più antico tempio paleocristiano,
successivamente adattata al barocco, infine restituita allo stile
originario dai restauri del 1994…
Libera della veste seicentesca, possiamo ammirare
in tutto il suo splendore il matroneo, ornato di bifore e monofore,
e le antiche colonne della struttura originaria. Sul
lato sinistro, forse residuo del primitivo tempio, due cappelline
riccamente affrescate con Scene di Miracoli ed Effigi di Santi,
tra cui il Beato Fra Gerardo Sasso, amalfitano e fondatore dell’Ordine
di Malta...
Nelle teche poste al centro dell’aula è
custodito parte del tesoro della Cattedrale. Percorriamo l’area
con calma per gustare al meglio: il delicato ricamo della Mitra
Angioina del 1297, fatta di gemme, oro, smalti ed un “pavè”
di 19.000 perline; il fine cesello del Calice
in argento dorato con smalti, perle e gemme della prima metà
del sec. XIV; una Portantina Cinese
del sec. XVIII, proveniente da Macao; un magnifico Collare
dell’ordine del Toson d’Oro; pezzi
rari di argenteria di scuola napoletana; e la magnifica Falca
derivante da una galea veneziana del XV sec., impiegata dai predoni
Saraceni per assaltare la città ma, come tramanda la tradizione,
finita con molte altre a picco, sconquassata dalla terribile tempesta
che Sant’Andrea, al quale si erano votati gli Amalfitani,
scatenò in difesa dei suoi protetti …
In fondo, sul primo pilastro sul lato destro, è
il dolcissimo affresco della Madonna col
Bambino del sec.XVI; attigua al pilastro una breve scala
collega alla...
Cripta di S.Andrea
Siamo nella “casa” di S. Andrea, il primo
Apostolo di Gesù, morto a Patrasso in Grecia abbracciando
la croce come il suo maestro…
Edificata nel 1206, per accogliere le sacre spoglie
dell’Apostolo Andrea, queste giunsero due anni più
tardi, traslate da Costantinopoli dal cardinale Pietro Capuano,
legato pontificio nel corso della IV crociata. Attualmente le
sacre reliquie sono racchiuse in un urna d’argento, posta
sotto l’altare centrale, opera di Domenico Fontana.
Profonda è la devozione al Santo del popolo
amalfitano, rinfrancata due volte all’anno con solenni celebrazioni
ma, soprattutto, con frequenza leggermente maggiore, dal “Miracolo
della Manna”. Più volte all’anno infatti, in
un’ampolla posta all’interno dell’urna, si ritrova
“la Manna”, un misterioso liquido dagli effetti taumaturgici
e miracolosi, apparso per la prima volta il 29 novembre del 1304.
La presenza o meno del liquido nell’ampolla, e la sua più
o meno abbondanza hanno un valore propiziatorio per il popolo amalfitano
che, alla fine della solenne cerimonia di raccolta, riceve dalle
mani del prete officiante pezzetti di cotone imbevuti del sacro
liquido…
La maestosa Statua di S. Andrea
è opera di Michelangelo Naccherino: le due statue laterali
raffigurano invece i primi diaconi della Chiesa orientale ed occidentale
S. Stefano e S. Lorenzo, opera di
Pietro Bernini, padre e maestro del più famoso Lorenzo. Prima
di lasciare la cripta, un doveroso sguardo all’affresco
di Aniello Falcone del 1610, sulla parete di fronte all’altare;
documenta un miracolo compiuto dal Santo mentre le sue spoglie entrano
nel Duomo, ed è anche l’unica raffigurazione della
Cattedrale prima dell’adattamento barocco...
Ancora una scala collega adesso alla
Cattedrale di S. Andrea
La cosa migliore è quella di disporci in fondo
alla navata centrale in modo da avere una visione d’insieme
dell’edificio...
Lo sguardo è subito attratto dal grande Crocifisso
Ligneo del XIII sec. che domina l’area liturgica; in
alto invece, sull’altare, è la tela
del Martirio di S. Andrea opera di Andrea Dell’Asta, discepolo
del Solimena (1715); due maestose colonne di granito egiziano
sostengono l’arco trionfale, più avanti due Colonnine
Tortili ed i due Pulpiti ,
tutti che facevano parte degli antichi amboni della Cattedrale (XII
sec.). In alto è l’artistico
Soffitto a Cassettoni (1702) con le tele centrali che raffigurano
la “Flagellazione e la “Crocifissione dell’Apostolo”,
ed il “Miracolo della Manna” anch’esse opera del
Dell’Asta (1710)…
Iniziamo ora un breve itinerario all’interno
della Chiesa.
Procedendo verso sinistra, incontriamo: la delicata
Croce di Madreperla, portata dalla
Terra Santa da Mons. Marini, di fianco il Battistero
in porfido rosso egiziano e, scendendo lungo la navata, nelle cappelline
laterali alcune Tele di Silvestro Mirra e
dei suoi Allievi. Nell’ultimo pilastro possiamo notare
una colonna nascosta, un saggio, a mostrare l’antica struttura
romanica nascosta sotto i marmi e gli stucchi barocchi...
Passati per la navata centrale, ammiriamo il nuovo
Altare Maggiore realizzato con il
sarcofago dell’arcivescovo Pietro Capuano morto nel 1359;
della stessa provenienza l’Aquila
che sostiene il leggio…
Passati nella navata destra, quasi sul fondo, in una
nicchia, troviamo il Busto Reliquario di
S. Andrea del sec. XVI e, sulla porta, una
grande tela raffigurante S. Andrea e S. Matteo che accorrono in
aiuto di Amalfi minacciata dal terribile pirata Kairen-Din, meglio
noto come “il Barbarossa”; ogni anno il 27 giugno
gli Amalfitani ricordano l’avvenimento con una grande festa
in onore del loro Protettore.
Usciamo ora, ma prima di congedarci non possiamo non
ammirare le Porte Di Bronzo, le prime
comparse in Italia, provenienti da Costantinopoli, quale dono di
un patrizio amalfitano che le fece realizzare da tal Simone di Siria
intorno al 1060…
Attraverso la scala ci tuffiamo adesso nel paese,
non prima però di lanciare un ultimo sguardo alla magnifica
facciata. E' stata realizzata nel 1891 perché l'antica era
crollata; spettacolare il mosaico del timpano raffigurante Il
Trionfo di Cristo opera di Domenico Morelli: i cartoni originali
sono conservati nel Salone del Comune...
Scese le scale del duomo, un sorso d’acqua fresca alla settecentesca
Fontana del Popolo o “di Sant’Andrea”,
e usciamo dalla piazza attraverso la Porta della Marina, sull’estremo
lato sinistro della piazza…
Sulla parete della Porta della
Marina – l’antica porta De Sandala – notiamo
il magnifico Pannello Ceramico di
Renato Rossi che illustra perfettamente la grandezza marinara di
Amalfi e la portata dei suoi traffici. Dal pannello si evince infatti
il ciclo virtuoso dei commerci: da Amalfi, cariche di legname, le
navi amalfitane giungevano sulle coste dell’Africa Settentrionale
ove scambiavano il loro carico con oro, che in seconda battuta impegnavano
sulle coste Siriaco-palestinesi acquisendo stoffe preziose, oggetti
di oreficeria e spezie, che in una ulteriore terza fase rivendevano
in molte città italiane…
A sinistra del pannello è l’entrata degli Antichi
Arsenali della Repubblica Amalfitana.
Unico esempio di cantiere nautico meridionale, le undici arcate
attuali sono solo parte superstite delle venti-ventidue che aprivano
direttamente sul mare. All’interno sono conservate alcune
statue medievali, elementi di spoglio
ed il Galeone di Amalfi, quello che
gareggia in occasione della già citata Regata…
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Antichi Arsenali della Repubblica
Amalfitana |
Usciti, attraversiamo il Largo Cesareo Console, in
epoca medievale sede di fondaci, dogane e, sul limite dell’aia
imbocchiamo lo stretto Vicolo Masaniello che immette in Piazza dei
Dogi.
Una rapido sguardo alla suggestiva piazzetta (Percorso
Rosso)e, indietro di qualche passo, prendiamo a sinistra,
la ripida Salita S. Nicola dei Greci che collega all’antico
Rione Vagliendola.
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Rione Vallenula vista dal
Molo Pennello |
Sul primo tratto della salita sono i resti
della chiesa di S. Bartolomeo, del XIII sec., nonché
il cosiddetto “Lampione”, un’antica Domus
del XII sec, dal magnifico androne colonnato…
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Inizio di Via Annunziatella |
In cima alla scala è l’antica Porta
Occidentale della città, la “Vallenula”
che immette alla panoramicissima via Annunziatela. Pochi passi ed
incontriamo l’accesso alla
Chiesa di S. Biagio
Documentata fin dall’anno 1082 e per lungo tempo
possedimento dell’Abbazia di Montecassino, l’edificio
conserva alcuni dipinti cinquecenteschi
ed uno splendido pavimento ceramico della
fine del ‘700…
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Termine di Via Annunziatella |
Una volta fuori del tempio, seguiamo la panoramicissima
via Annunziatella che conduce dritti all’ingresso del celeberrimo
Albergo Cappuccini.
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Chiostro del Convento dei
Cappuccini |
L’ostello occupa i locali di un antico convento
del 1212, fondato da Pietro Capuano ove sorgeva la chiesa di S.
Pietro “a Toczolo”, anteriore al secolo X. Affidato
ai Cistercensi di Fossanova e più tardi abbandonato, il convento
nel 1583 venne concesso ai Cappuccini, e nuovamente soppresso a
seguito delle Leggi Eversive del 1815. Parte dell’edificio
è andata distrutta dalle frane, abbastanza conservati tuttavia:
il bellissimo Chiostro del XIII sec.,
(il terzo Chiostro amalfitano) e la magnifica loggia fiorita: “…chi
non ha visto Amalfi, non ha visto il mondo, ma chi non l’ha
vista dalla terrazza del Convento dei Cappuccini, non ha visto Amalfi…”
(O. Stiwell)…
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Belvedere dal Convento dei
Cappuccini |
Ma torniamo alla nostra passeggiata…
Per mezzo del panoramicissimo ascensore, ovvero per
mezzo delle ultime scale della via Annunziatella, guadagniamo la
SS 163, via S. Quasimodo e, passati sul lato esterno imbocchiamo
la piacevolissima passeggiata di via Longfellow.
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Panorama da Via Longfellow |
A fine percorso, giunti innanzi la piccola Cappella
di S. Cristoforo, protettore dei viandanti, prendiamo la
ripida scaletta sul lato esterno, via S. Caterina che ci conduce
in piazzetta dei Protontini, il cuore del porto di Amalfi.
Sulle panchine della parte alta del porto, concludiamo
la nostra passeggiata …
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