AMALFI - Azienda di Soggiorno e Turismo
     
   
Percorso Giallo »
VISITA A PIAZZA DUOMO E DELLA ZONA MARITTIMA
Tempo di percorrenza: 1 ORA E 30 MIN.
Grado di difficoltà: AGEVOLE
   
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Via Repubbliche Marinare » Piazza Duomo » Duomo » Porta della Marina » Pannello di Renato Rossi » Antichi Arsenali » Largo Cesareo Console » Vicolo Masaniello » Salita S. Nicola dei Greci » Via Annunziatella » Chiesa di S. Biagio » Hotel Cappuccini / Chiostro di S. Pietro della Canonica » Passeggiata Longfellow » Salita S. Caterina » Lungomare dei Cavalieri

Dalla sede dell’Azienda di Soggiorno e Turismo dirigiamo a destra, in direzione della Piazza Flavio Gioia e, percorsi appena pochi passi incontriamo la

Chiesa di San Benedetto

Di impianto barocco, lungo le cappelline laterali conserva numerose tele e statue di Santi. Da segnalare tuttavia: i due dipinti settecenteschi dell’Incoronazione e dell’Assunzione con i SS. Andrea e Lorenzo, nonché il magnifico Pavimento Maiolicato anch’esso realizzato nel XVIII sec…

Una volta in piazza Flavio Gioia passiamo in Piazza Duomo, il cuore di Amalfi, domina la scena l’imponente scalea del Duomo che andiamo a visitare…

Piuttosto che di Duomo, sarebbe più corretto parlare di complesso monumentale, in quanto composto da più corpi autonomi, sebbene intimamente collegati tra loro. L’elemento più antico della struttura è certamente la Basilica del SS. Crocifisso, edificata prima dell’anno 833. Accanto ad essa nel 987 sorse l’attuale Cattedrale dando vita ad un’unica maestosa cattedrale metropolita a sei navate, poi divisa in due chiese in epoca barocca. Il Campanile venne iniziato nel 1180 ed ultimato nel 1276; del 1206 invece la costruzione della Cripta, destinata ad accogliere le sacre spoglie di S. Andrea Apostolo. Ultimo in ordine di tempo il Chiostro del Paradiso, edificato tra il 1266 e il 1268…

Con calma adesso, e nel silenzio dovuto alla sacralità del luogo, entriamo nel

Chiostro del Paradiso

In perfetto stile romanico-amalfitano, fu voluto tra il 1266 ed il 1268 dall’Arcivescovo Filippo Augustariccio, destinato a cimitero dei nobili amalfitani. Suggestivi la struttura ad archi intrecciati che vanno a scaricare su 120 colonnine marmoree, e ancora più il gioco di luci del porticato creato dai raggi di sole che fanno capolino dagli archetti arabescati.

Procedendo da sinistra, troviamo vari reperti lapidei, sarcogagi di epoche diverse e sei cappelline patronali edificate tra il XII ed il XIV sec.

Sul fondo incontriamo la cappellina con l’affresco del Cristo Pantacreator, poi quella con la magnifica Crocifissione di scuola giottesca (Roberto D’Oderisio); è un grandioso disegno con in primo piano il Cristo, la Vergine sofferente, Giovanni, la Maddalena, i soldati in armature angioine e, in alto, l’Angelo che prende in consegna l’anima del buon ladrone...

La Cappella a destra dell’entrata ci immette nella....

Basilica del Crocifisso

E’ l’antica Cattedrale di Amalfi, edificata nel IX secolo su di un più antico tempio paleocristiano, successivamente adattata al barocco, infine restituita allo stile originario dai restauri del 1994…

Libera della veste seicentesca, possiamo ammirare in tutto il suo splendore il matroneo, ornato di bifore e monofore, e le antiche colonne della struttura originaria. Sul lato sinistro, forse residuo del primitivo tempio, due cappelline riccamente affrescate con Scene di Miracoli ed Effigi di Santi, tra cui il Beato Fra Gerardo Sasso, amalfitano e fondatore dell’Ordine di Malta...

Nelle teche poste al centro dell’aula è custodito parte del tesoro della Cattedrale. Percorriamo l’area con calma per gustare al meglio: il delicato ricamo della Mitra Angioina del 1297, fatta di gemme, oro, smalti ed un “pavè” di 19.000 perline; il fine cesello del Calice in argento dorato con smalti, perle e gemme della prima metà del sec. XIV; una Portantina Cinese del sec. XVIII, proveniente da Macao; un magnifico Collare dell’ordine del Toson d’Oro; pezzi rari di argenteria di scuola napoletana; e la magnifica Falca derivante da una galea veneziana del XV sec., impiegata dai predoni Saraceni per assaltare la città ma, come tramanda la tradizione, finita con molte altre a picco, sconquassata dalla terribile tempesta che Sant’Andrea, al quale si erano votati gli Amalfitani, scatenò in difesa dei suoi protetti …

In fondo, sul primo pilastro sul lato destro, è il dolcissimo affresco della Madonna col Bambino del sec.XVI; attigua al pilastro una breve scala collega alla...

Cripta di S.Andrea

Siamo nella “casa” di S. Andrea, il primo Apostolo di Gesù, morto a Patrasso in Grecia abbracciando la croce come il suo maestro…

Edificata nel 1206, per accogliere le sacre spoglie dell’Apostolo Andrea, queste giunsero due anni più tardi, traslate da Costantinopoli dal cardinale Pietro Capuano, legato pontificio nel corso della IV crociata. Attualmente le sacre reliquie sono racchiuse in un urna d’argento, posta sotto l’altare centrale, opera di Domenico Fontana.

Profonda è la devozione al Santo del popolo amalfitano, rinfrancata due volte all’anno con solenni celebrazioni ma, soprattutto, con frequenza leggermente maggiore, dal “Miracolo della Manna”. Più volte all’anno infatti, in un’ampolla posta all’interno dell’urna, si ritrova “la Manna”, un misterioso liquido dagli effetti taumaturgici e miracolosi, apparso per la prima volta il 29 novembre del 1304. La presenza o meno del liquido nell’ampolla, e la sua più o meno abbondanza hanno un valore propiziatorio per il popolo amalfitano che, alla fine della solenne cerimonia di raccolta, riceve dalle mani del prete officiante pezzetti di cotone imbevuti del sacro liquido…

La maestosa Statua di S. Andrea è opera di Michelangelo Naccherino: le due statue laterali raffigurano invece i primi diaconi della Chiesa orientale ed occidentale S. Stefano e S. Lorenzo, opera di Pietro Bernini, padre e maestro del più famoso Lorenzo. Prima di lasciare la cripta, un doveroso sguardo all’affresco di Aniello Falcone del 1610, sulla parete di fronte all’altare; documenta un miracolo compiuto dal Santo mentre le sue spoglie entrano nel Duomo, ed è anche l’unica raffigurazione della Cattedrale prima dell’adattamento barocco...

Ancora una scala collega adesso alla

Cattedrale di S. Andrea

La cosa migliore è quella di disporci in fondo alla navata centrale in modo da avere una visione d’insieme dell’edificio...

Lo sguardo è subito attratto dal grande Crocifisso Ligneo del XIII sec. che domina l’area liturgica; in alto invece, sull’altare, è la tela del Martirio di S. Andrea opera di Andrea Dell’Asta, discepolo del Solimena (1715); due maestose colonne di granito egiziano sostengono l’arco trionfale, più avanti due Colonnine Tortili ed i due Pulpiti , tutti che facevano parte degli antichi amboni della Cattedrale (XII sec.). In alto è l’artistico Soffitto a Cassettoni (1702) con le tele centrali che raffigurano la “Flagellazione e la “Crocifissione dell’Apostolo”, ed il “Miracolo della Manna” anch’esse opera del Dell’Asta (1710)

Iniziamo ora un breve itinerario all’interno della Chiesa.

Procedendo verso sinistra, incontriamo: la delicata Croce di Madreperla, portata dalla Terra Santa da Mons. Marini, di fianco il Battistero in porfido rosso egiziano e, scendendo lungo la navata, nelle cappelline laterali alcune Tele di Silvestro Mirra e dei suoi Allievi. Nell’ultimo pilastro possiamo notare una colonna nascosta, un saggio, a mostrare l’antica struttura romanica nascosta sotto i marmi e gli stucchi barocchi...

Passati per la navata centrale, ammiriamo il nuovo Altare Maggiore realizzato con il sarcofago dell’arcivescovo Pietro Capuano morto nel 1359; della stessa provenienza l’Aquila che sostiene il leggio…

Passati nella navata destra, quasi sul fondo, in una nicchia, troviamo il Busto Reliquario di S. Andrea del sec. XVI e, sulla porta, una grande tela raffigurante S. Andrea e S. Matteo che accorrono in aiuto di Amalfi minacciata dal terribile pirata Kairen-Din, meglio noto come “il Barbarossa”; ogni anno il 27 giugno gli Amalfitani ricordano l’avvenimento con una grande festa in onore del loro Protettore.

Usciamo ora, ma prima di congedarci non possiamo non ammirare le Porte Di Bronzo, le prime comparse in Italia, provenienti da Costantinopoli, quale dono di un patrizio amalfitano che le fece realizzare da tal Simone di Siria intorno al 1060…

Attraverso la scala ci tuffiamo adesso nel paese, non prima però di lanciare un ultimo sguardo alla magnifica facciata. E' stata realizzata nel 1891 perché l'antica era crollata; spettacolare il mosaico del timpano raffigurante Il Trionfo di Cristo opera di Domenico Morelli: i cartoni originali sono conservati nel Salone del Comune...

Scese le scale del duomo, un sorso d’acqua fresca alla settecentesca Fontana del Popolo o “di Sant’Andrea”, e usciamo dalla piazza attraverso la Porta della Marina, sull’estremo lato sinistro della piazza…

Sulla parete della Porta della Marina – l’antica porta De Sandala – notiamo il magnifico Pannello Ceramico di Renato Rossi che illustra perfettamente la grandezza marinara di Amalfi e la portata dei suoi traffici. Dal pannello si evince infatti il ciclo virtuoso dei commerci: da Amalfi, cariche di legname, le navi amalfitane giungevano sulle coste dell’Africa Settentrionale ove scambiavano il loro carico con oro, che in seconda battuta impegnavano sulle coste Siriaco-palestinesi acquisendo stoffe preziose, oggetti di oreficeria e spezie, che in una ulteriore terza fase rivendevano in molte città italiane…

A sinistra del pannello è l’entrata degli Antichi Arsenali della Repubblica Amalfitana.
Unico esempio di cantiere nautico meridionale, le undici arcate attuali sono solo parte superstite delle venti-ventidue che aprivano direttamente sul mare. All’interno sono conservate alcune statue medievali, elementi di spoglio ed il Galeone di Amalfi, quello che gareggia in occasione della già citata Regata…

Usciti, attraversiamo il Largo Cesareo Console, in epoca medievale sede di fondaci, dogane e, sul limite dell’aia imbocchiamo lo stretto Vicolo Masaniello che immette in Piazza dei Dogi.

Una rapido sguardo alla suggestiva piazzetta (Percorso Rosso)e, indietro di qualche passo, prendiamo a sinistra, la ripida Salita S. Nicola dei Greci che collega all’antico Rione Vagliendola.

Sul primo tratto della salita sono i resti della chiesa di S. Bartolomeo, del XIII sec., nonché il cosiddetto “Lampione”, un’antica Domus del XII sec, dal magnifico androne colonnato…

In cima alla scala è l’antica Porta Occidentale della città, la “Vallenula” che immette alla panoramicissima via Annunziatela. Pochi passi ed incontriamo l’accesso alla

Chiesa di S. Biagio

Documentata fin dall’anno 1082 e per lungo tempo possedimento dell’Abbazia di Montecassino, l’edificio conserva alcuni dipinti cinquecenteschi ed uno splendido pavimento ceramico della fine del ‘700

Una volta fuori del tempio, seguiamo la panoramicissima via Annunziatella che conduce dritti all’ingresso del celeberrimo Albergo Cappuccini.

L’ostello occupa i locali di un antico convento del 1212, fondato da Pietro Capuano ove sorgeva la chiesa di S. Pietro “a Toczolo”, anteriore al secolo X. Affidato ai Cistercensi di Fossanova e più tardi abbandonato, il convento nel 1583 venne concesso ai Cappuccini, e nuovamente soppresso a seguito delle Leggi Eversive del 1815. Parte dell’edificio è andata distrutta dalle frane, abbastanza conservati tuttavia: il bellissimo Chiostro del XIII sec., (il terzo Chiostro amalfitano) e la magnifica loggia fiorita: “…chi non ha visto Amalfi, non ha visto il mondo, ma chi non l’ha vista dalla terrazza del Convento dei Cappuccini, non ha visto Amalfi…” (O. Stiwell)…

Ma torniamo alla nostra passeggiata…

Per mezzo del panoramicissimo ascensore, ovvero per mezzo delle ultime scale della via Annunziatella, guadagniamo la SS 163, via S. Quasimodo e, passati sul lato esterno imbocchiamo la piacevolissima passeggiata di via Longfellow.

A fine percorso, giunti innanzi la piccola Cappella di S. Cristoforo, protettore dei viandanti, prendiamo la ripida scaletta sul lato esterno, via S. Caterina che ci conduce in piazzetta dei Protontini, il cuore del porto di Amalfi.

Sulle panchine della parte alta del porto, concludiamo la nostra passeggiata …

     
   
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