Il limone d'Amalfi |
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Il segreto del suo ineguagliabile sapore e delle magnifiche proprietà dello sfusato amalfitano risiedono certamente nella esclusiva varietà, ma ancor più nella felice conformazione del territorio amalfitano, -protetto alle spalle dalle gelide correnti nordiche ma esposto alle brezze marine ed al sole forte, nelle antichissime tecniche di coltivazione, a terrazze, in terreni tufacei, fertilizzati unicamente con letame stallatico e trattati con anticrittogamico solfato di rame…
Il limone d’Amalfi è ingrediente pressoché insostituibile nella gastronomia costiera, che ne utilizza il succo, la polpa, la buccia e persino le foglie... Il succo è usato come aromatizzante per piatti di pesce e per i frutti di mare, oppure nella preparazione di rinfrescanti limonate e delicati sorbetti, questi ultimi nel Medioevo preparati utilizzando la neve raccolta in alta quota che, stipata in profonde caverne fino all’estate, compariva sulle tavole degli opulenti mercanti amalfitani, che in tal modo amavano stupire i loro ricchi ed esotici ospiti e compratori… La polpa, tagliata a fette grosse, e condita con un pizzico di sale, aceto, olio e mentuccia, si trasforma in una succulenta “insalata di limone”, apprezzato dessert, oppure come antipasto… Le foglie vengono utilizzate per la preparazione delle deliziosissime “frittelle di cecenielli” (avannotti di merluzzo o di alici), oppure per aromatizzare il “coniglio alla conchese” o provolette cotte alla piastra in foglie di limone appunto… Ma l’elemento principe dello sfusato amalfitano sta nella buccia
spessa e rugosa, ricca di oli esenziali e di alcool, utilizzata attivamente
in cucina, è soprattutto in pasticceria che trova la massima espressione.
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