Via delle Repubbliche Marinare » Pannello
di Diodoro Cossa » Piazza Municipio
» Supportico S. Andrea » Cappella
di S. Anna la Piccola » Largo Filippo
Augustariccio » via dei Prefetturi » Chiesa
di S. Anna » Chiesa
di S. Maria Maggiore » Chiesa
dell’Addolorata » Salita Bonelli
» via S. Simone » salita A. Tirabassi » Chiesa
di S. Lucia » Supportico Rua »
Piazza Spirito Santo » Ruderi
della Chiesa di S. Spirito » Palazzo
Castriota » via F. M. Pansa »
via Ercolano Marini » Chiesa
del Carmine » vico dei Pastai »
via Mastalo Duca » salita Ruggiero II » Chiesa
di S. Giuseppe » Piazza dei Dogi
L’Azienda di Soggiorno
e Turismo, innanzi alla quale ci troviamo, è alloggiata
nei locali del cinquecentesco Monastero benedettino
femminile della SS. Trinità, oggi palazzo
S. Benedetto, sede inoltre dell’Ufficio Postale, del
Comune e della Biblioteca Comunale…
Dall’ingresso degli uffici risaliamo via delle
Repubbliche Marinare fino al pannello ceramico
Realizzato nel 1968 da Diodoro
Cossa, attraverso una serie di quadri scenici, l’opera
espone i momenti salienti della storia amalfitana. Apre il racconto,
in alto a sinistra, la scena dei profughi romani stanziati sulle
alture di Scala nel IV secolo; seguono poi: la fondazione della
città; la costruzione delle navi e l’inizio del commercio;
l’attività diplomatica e legislativa degli amalfitani
nel bacino mediterraneo e ancora, sul livello inferiore, l’età
dell’opulenza con la costruzione degli imponenti edifici cittadini
e dei magnifici chiostri; la traslazione da Costantinopoli delle
reliquie di S. Andrea Apostolo; la fase della decadenza nel IV sec.;
l’inventiva amalfitana, rappresentata dalla invenzione della
bussola da parte di Flavio Gioia, dalla produzione della carta a
mano e dalla coltivazione dei limoni col caratteristico sistema
dei terrazzamenti; chiude il racconto la tipica carrozzella sulla
quale compiono il tradizionale giro della città una coppia
di giovani sposi, simbolo del rinnovamento e della storia che continua…
Dal Pannello prendiamo a sinistra per Piazza Municipio
detta “Campolillo”, anticamente Contrada S. Angelo itra
Moenia.
Alla nostra destra è la Chiesa di S. Maria dell’Annuziata,
del 1349, conserva alcune tele sette-ottocentesche. A sinistra invece
apre l’ingresso al Municipio ed al Museo
Civico
Immeditamente sull’ingresso è l’Apocalisse
di S. Giovanni Evangelista, opera di Domenico Morelli, servita
da bozzetto per i mosaici della facciata del duomo, rifatta nel
1891. Lungo le pareti si ammirano un ritratto dello storico amalfitano
Matteo Camera opera di Pietro Scoppetta (1864-1927) artista amalfitano
esponente della Scuola dei Macchiaioli di Posillipo, ed ancora:
un dipinto raffigurante Flavio Gioia, ed un ritratto dello stesso
Scoppetta opera di un suo allievo. Sul fondo del salone, in una
grande teca lignea: esemplari di tari’, l’antica moneta
amalfitana;
strumenti nautici;
ed una rara copia a stampa delle “Pandette”
del Corpus Juris Civilis di Giustiniano il cui originale, razziato
dai Pisani nel 1135, è custodito oggi nella Biblioteca Laurenziana
a Firenze. Nella teca troviamo pure il preziosissimo Codice
Foscariniano, redatto intorno al XVII sec, e donato alla
città di Amalfi nel 1929, da Benito Mussolini che lo acquistò
a Vienna. I volume raccoglie: il “Chronicon Amalfitanum”,
la “Chronica omnium Archiepiscoporum Amalphitanorum”,
le “Consuetudines Civitatis Amalfie”, e soprattutto
la “Tabula de Amalpha”, il primo codice marittimo internazionale,
redatto in 66 capitoli dagli Amalfitani tra l’XI ed il XIV
sec…
Dietro la teca è l’antico confalone
cittadino, raffigurante una “donna riccamente vestita di bruccato”,
negli stipi attigui stanno invece i costumi
dell’Antica Repubblica Marinara sfoggiati per la Regata
Storica delle 4 Antiche Repubbliche Marinare, palio remiero
tra Amalfi, Pisa, Genova, Venezia, che alternandosi la ospitano
di anno in anno la prima settimana di Giugno…
Usciti dall’edificio, sul lato settentrionale
della piazza, troviamo l’antica domus
Campolillo, una residenza aristocratica edificata nell’XI
sec. e rimaneggiata nel XIII, dall’interessantissimo androne
con volte a crociera…
Attraverso lo stretto Supportico S. Andrea, alla nostra
sinistra, giungiamo all’entrata della Biblioteca Comunale
“Pietro Scoppetta”, sede inoltre del Centro
di Cultura e Storia Amalfitana. Ente culturale di diritto
pubblico, il Centro venne istituito nel 1975 a fini di studio e
promozione del territorio, per tale altissima missione spesso ospite
di convegni e mostre documentarie, oltre che di ben 3.700 tra volumi,
manoscritti ed antiche ristampe aventi ad oggetto la storia e la
cultura locale…
A pochi passi troviamo l’entrata secondaria
al Duomo di S. Andrea, che tuttavia
bypassiamo seguitando attraverso lo stretto supportico S. Andrea.
Passata la piccola Chiesa di
S. Anna piccola, detta “la scura” dai toni cupi
del dipinto che adorna l’altare (raffigura S. Anna con la
Madonna Bambina)
sgorghiamo in Largo Filippo Augustariccio, nel Medioevo
“Campo de Cinnamellis”, nel quale operavano i mercanti
di spezie. Qui imbocchiamo via dei Prefetturi…
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Largo Filippo Augustariccio |
Man mano che avanziamo incontriamo: l’antico
Tribunale dei Duchi Piccolomini oggi
sede di una casa di riposo, la Cappella di
S. Anna “la Grande”
al pianterreno del quattrocentesco Palazzo
Bonito e, ormai nello slargo S. Maria Maggiore, la Chiesa
di S. Maria Maggiore appunto, dal bel campanile moresco.
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Chiesa di S. Maria Maggiore |
Fondata dal Duca Mansone I nel 986, ma profondamente rimaneggiata
in epoca barocca, conserva numerose tele,
le spoglie di S. Felice ed un pregevole presepe settecentesco.
Attigua è la Chiesa di S. Maria Addolorata
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Chiesa di S. Maria Addolorata |
Fondata sul finire del XVIII sec., custodisce: numerose
tele sei-settecentesche; una statua marmorea del XVI sec raffigurante
la Madonna col Bambino; un bassorilievo
tardo gotico rappresentante La Crocifissione,
ed una Pietà rinascimentale.
La chiesa è sede dell’omonima Arciconfraternita fondata
nel 1777…
Organizzano i Vespri della Settimana Santa i Confratelli,
ed il suggestivo Corteo dei Battenti,
i candidi incappucciati che portano in processione i “Misteri”,
simboli della Passione e morte di Cristo. Apre
la “Via Crucis del Giovedì Santo”, col
mesto corteo che per le vie del paese ripercorre le tappe della
cattura e della Passione di Cristo, per poi
cedere il passo al “Corteo Funebre del Venerdì Santo”,
che al labile chiarore delle fiaccole scorta al sepolcro le settecentesche
statue della Madonna Addolorata e del Cristo Morto…
La scena si svolge nel più assoluto silenzio, rotto soltanto,
a sprazzi, dallo struggente coro (musiche
e parole del musicista amalfitano Antonio Tirabassi 1882-1947)
che urla la disperazione della divina Madre...
Ancora dritti, incrociamo la Salita Bonelli, che percorriamo
in salita fino in via S. Simone. Attraverso i suggestivi vicoli
dell’antico Rione S. Simone,
dopo circa un centinaio di metri prendiamo in discesa
sul lato sinistro la stretta scalinatella di via Tirabassi che,
circa metà rampa, unisce alla Chiesina
di S. Lucia, del XII sec…
Al termine della scala ci troviamo in mezzo alla
Ruga Nova, l’antico porticato che, prima della copertura del
fiume, avvenuta verso la fine del XIII sec., costituiva l’unica
via di attraversamento del centro cittadino…
Dritti sgorghiamo in Piazza
Spirito Santo.
Qui ci rifocilliamo un attimo alla caratteristica Fontana
della “Capa ‘e Ciuccio” - cosiddetta perché
vi si abbeveravano gli asini impiegati per il trasporto delle merci,
e soprattutto del ferro proveniente dalla grande Ferriera posta
nella valle omonima - e ci guardiamoci intorno…
In origine detto “de li Grassi”, questo
slargo segnava il limite estremo del centro cittadino e la Porta
Hospitalis ne chiudeva l’accesso (cosiddetta perché
ivi sorgeva un Ospedale di S. Maria Cruciferarum, fondato nel 1213
dal Cardinale Pietro Capuano).
Sul lato sinistro dello slargo, nel massiccio muro
grigio, notiamo degli archi intrecciati,
parte superstite del chiostro duecentesco della Chiesa dello Spirito
Santo, patrocinio dei Cartari…
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Resti del Chiostro S. Spirito |
Poco più in basso è l’entrata
del Palazzo Castriota, che imbocchiamo…,
Appartenuto tra il XV ed il XVII sec. alla nobile
famiglia albanese dei Castriota-Eskanderbergh, la parte più
interessante dello stabile è al primo piano, nell’androne
interno, ove sono conservati due pregevolissimi affreschi
di Ignazio Lucibello, allievo dello Scoppetta. Realizzati
nei primi anni trenta del secolo scorso, raffigurano: il discorso
di Ruggero il Normanno agli Amalfitani e la presa di Gerusalemme.
In primo piano sono i Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme, l’Ordine
Ospedaliero fondato da Fra Gerardo Sasso intorno al 1113, nei secoli
divenuto Sacro Ordine dei Cavalieri di Malta…
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Androne del Palazzo Castriota |
Attraverso una porta sita al piano superiore, guadagniamo
il Piazzale Campo e di qui, proseguendo dritti lungo via Francesco
Maria Pansa incontriamo i Resti dell’antico
Convento di S. Nicola (cappella terranea ed androne con volte
a crociera). Sempre procedendo,
passato Vicolo dei Pastai, ed ormai in via Mastalo
Duca,
incontriamo tutta una serie di maestosi Palazzi
Gentilizi riconducibili al XI-XII sec. e, alla fine del viadotto
coperto, sulla destra, la cinquecentesca Cappella
di S. Giuseppe dei Castriota…
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S. Giuseppe dei Castriota |
Ancora pochi passi e guadagniamo la suggestiva Piazza
dei Dogi, in origine dei Ferrari “ ‘– poiché
ivi operavano i fabbri cittadini…
Magnifico esempio di piazza medievale, quivi sorgevano
ben 4 chiese, come suggeriscono le vestigia della Chiesa dei SS.
Quaranta Martiri sul lato occidentale, ed ancora presso i finestroni
degli Antichi Arsenali sul lato opposto. Sul alto sinistro della
piazza, uno stretto cunicolo collega alla Piazza Duomo. Il grande
palazzo in angolo invece, quello con la colonna marmorea incastonata,
è l’antico Palazzo Piccolomini,
dal nome dei Duchi senesi feudatari di Amalfi dal 1461 al 1568.
Detto palazzo resta famoso in quanto ospite di artisti e letterati,
ma soprattutto perché scenario della tragica vicenda di Giovanna
d’Aragona…
In questa magnifica piazza termina
la nostra prima passeggiata…
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