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Museo della Carta a Mano di Amalfi
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Contadina – Cartiera
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della Madonna del Rosario » via Paradiso
» Valle delle Ferriere
» Ruderi delle Cartiere e della
Ferriera. Dall’ingresso
dell’Azienda ci portiamo in Piazza Duomo e, un sorso d’acqua
fresca alla settecentesca Fontana del Popolo o “di Sant’Andrea”,
poi dritti per via Lorenzo d’Amalfi, il cuore pulsante della
città…
Man mano che avanziamo, su entrambi i lati del corso
una serie di stradine collegano al (Percorso
Rosso). Passiamo: il supportico “Ruga Nova”
con il grande palazzo ad angolo ove sono i resti di un Bagno Arabo
del XIII sec., via Pietro Capuano, Piazza Spirito Santo con la Fontana
“Cap ‘e Ciuccio”, l’arco della “Faenza”
antico quartiere arabo e, ancora un centinaio di metri, ormai in
via delle Cartiere, incontriamo la Cartiera
Cavaliere che continua la preziosa produzione ancora con
i metodi introdotti nel XVIII sec… carta
a mano di Amalfi
A sinistra, seguendo per via Casamare, c’è
il Quartiere S. Basilio, cosiddetto dall’antico monastero
del XII sec. ormai adattato a civili abitazioni. Poco oltre, immersa
nella lussureggiante macchia mediterranea, la via Nuova per Amalfi,
una ripida e lunghissima scalinata che collega al pittoresco borgo
di Pogerola…percorreremo questa strada nel (Percorso
Azzurro), ora continuiamo la nostra passeggiata…
Passato il nucleo abitativo di più recente
costruzione, giungiamo nella parte più antica ed interessante
della nostra passeggiata: l’antica Valle
dei Mulini o Chiarito basso,come all’epoca si era soliti
distinguere la parte dei mulini da quella delle cartiere, il Chiarito
alto, nella parte più profonda della valle. Un famosissimo
acquerello del pittore tedesco Karl Bleken rende al meglio la magica
atmosfera che si respirava in questa parte di Amalfi…ma proseguiamo…
Poco più che un centinaio
di metri e giungiamo al
Situato in una cartiera risalente alla metà
del XIII sec., il museo venne istituto nel 1969 per iniziativa del
Cav. Nicola Milano, discendente di una delle più antiche
famiglie di maestri cartari della Costiera Amalfitana.
Al pianterreno è possibile ammirare gli antichi attrezzi
di produzione della carta a mano. Ben evidenti i magli
in legno che trituravano gli stracci raccolti nelle capienti
Pile in Pietra; la macchina
Olandese installata nella cartiera il 18 novembre 1745; la
pressa; la macchina
continua“ in tondo” o “a tamburo”
per la lavorazione a “mano – macchina”.
Al piano superiore invece è stata allestita
un’interessante biblioteca di settore che raccoglie testi
sulla storia e le tecniche dell’industria della carta…
Usciti dal museo proseguiamo dritti e, passata la
maestosa Ciminiera in muratura, ed
una serie di vetusti edifici, proprio sul termine della strada giungiamo
al Museo degli Antichi Mestieri e dell'Arte
Contadina
Inaugurato nel 1993, conserva una cospicua raccolta
di attrezzi agricoli ed utensili artigiani usati in Costiera Amalfitana
negli ultimi quattro secoli…
Sul limite estremo della strada sorge la Cartiera
Amatruda, insieme alla Cavaliere, delle sedici che costellavano
la valle l’altra cartiera rimasta a protrarre la produzione
della carta amalfitana...
Torniamo indietro adesso e, nuovamente al Museo della
Carta, prendiamo via delle Grade Lunghe a sinistra e, subito dopo,
sempre a sinistra, la ripida via Madonna del Rosario, che ci porta
alla Chiesa della Madonna del Rosario,
edificata sul finire del XIX sec. dopo che una terribile alluvione
aveva inghiottito l’edificio più antico situato più
in alto…
Dallo spiazzo antistante il tempio si gode il suggestivo
colpo d’occhio dei terrazzamenti a limoni che digradano verso
fondovalle. Uno spettacolo di incomparabile unicità frutto
dell’ingegno e di secoli di tenace lavoro dei contadini-architetti
che modellarono l’impervio territorio alle proprie esigenze
di coltivatori...ma proseguiamo adesso, dritti verso settentrione,
seguendo via Paradiso…
Avanziamo dritti per almeno un quarto d’ora
e, passati i ruderi dell’imponente
Cartiera Lucibello, a cavaliere della valle in basso a sinistra,
superiamo ancora un breve scalinata, e giungiamo al serbatoio comunale.
Da questo punto la strada è dimessa, un sentiero di montagna
piuttosto, che seguiamo fino ai Ruderi della
Cartiera Nolli avvolta nella morsa della natura selvaggia
che ormai ha riconquistato il territorio…
Man mano che avanziamo diventa sempre più
chiaro che tra il XXVIII ed il XIX sec.la valle costituiva un vero
e proprio polo industriale tra Amalfi-Scala-Pogerola.
Circa 300 metri più avanti troviamo
infatti i Ruderi della Cartiera Martino, della Milano, fiancheggiata
da frondosi pioppi, ed ancora una vecchia centrale idroelettrica
proprio a cavallo del fiume…
Sempre dritti lungo il sentiero che costeggia il
fiume giungiamo all’antica Ferriera da cui il nome all’intero
circondario. In questa fabbrica sin dal XIV sec. si lavorava il
minerale che i bastimenti amalfitani giungevano a caricare fino
all’Elba, in Puglia o in Calabria. La fabbrica dava lavoro
all’intero circondario con una sorta di specializzazione che
vedeva gli Scalesi addetti alla produzione di carbone vegetale,
il prezioso combustibile per le fucine e, sul versante opposto della
Valle, i Pogerolesi a fornir manodopera nella fucina, o occupati
nelle loro minuscole botteghe a fabbricar
“Centrelle” i caratteristici chiodi pogerolesi…
L’attività andò avanti fino all’inizio
del secolo scorso, allorquando, ormai fuori mercato, la Ferriera
venne dismessa, segnando l’inizio del lento ed inesorabile
abbandono della Valle…
Abbandono non del tutto deleterio se si pensa che,
ormai conclusi i commerci umani, la natura venne a riprendersi il
dominio incontrastato della valle. Natura selvaggia e ad un tempo
esclusivissima, scenario incontaminato tanto caro ai Grandi Viaggiatori
romantici: Shinkel, Hare, Richter, Goethe per citarne solo alcuni
che di questa zona famosissimi dipinti e resoconti hanno lasciato
in giro per il mondo…
La Valle delle Ferriere venne accuratamente studiata
in loco dal naturalista tedesco Karl Haekel nel 1859, in quanto,
data la particolare conformazione del territorio, e complici i piccoli
torrenti e le umide brezze marine, qui si è venuto a creare
un microclima di tipo subtropicale, habitat esclusivo per ciclamini,
orchidee selvatiche, Pteris vittata, Pinguicola hirtiflora, una
piccola pianta carnivora, Erica terminalis, ed una rara specie di
felci giganti risalenti al periodo Terziario, la Woodwaria
Radicans o Felce Bulbifera Gigante…
La fauna invece è quella tipica mediterranea,
per lo più animali di piccole dimensioni, anche se nelle
zone interne, più riparate, resistono specie rarissime quali:
la lince, il tasso, grossi rapaci sia notturni che diurni, tra i
quali si segnala il magnifico falco pellegrino e, lungo i corsi
d’acqua, la salamandrina dagli occhiali e la fantomatica lontra...
Questa valle è stata
dichiarata riserva naturale integrale con lo scopo di difendere
questo eco-sistema particolarmente oramai più unico che raro…
Immersi nella natura rigogliosa, qui termina
la nostra passeggiata…
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