AMALFI - Azienda di Soggiorno e Turismo
     
   
Percorso Rosa »
DA AMALFI AD ATRANI
Tempo di percorrenza: 3 ORE
Grado di difficoltà: MEDIA
   
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Via delle Repubbliche Marinare » via Roberto il Guiscardo » Convento di S. Francesco » Chiesa di S. Antonio da Padova » via S. Maria delle Signore » via Torricella » via S. Sebastiano » Chiesa di S. Maria del Bando » via pei Monti » via Campo » piazza Umberto I » Chiesa di S. Salvatore de Birecto » Chiesa dell’Immacolata » via Arte della Lana » via Gambardella » Monastero di S. Rosalia » via Monastero » via Carmine » Chiesa del Carmine » via Fiume » Antica Porta Settentrionale di Atrani » Chiesa di S. Michele Arcangelo » via Carmine » via Arte della Lana » largo Vollaro Di Lieto » ruderi del pastificio » via dei Dogi » Piazza Umberto I » salita F. Maria Pansa » Collegiata di S. Maria Maddalena Penitente

Dall’ingresso dell’Azienda risaliamo via delle Repubbliche Marinare, poi via Pantaleone Comite fino alla scalinata di via Roberto il Guiscardo.
Giunti in cima, prendiamo a destra sempre dritti, attraverso il suggestivo dedalo di case dell’antico rione Capo di Croce, oggi detto “S. Antonio”. Giungiamo così ad un portico, ove troviamo una piccola porta inquadrata tra due colonne di spoglio, antico ingresso al

Fondato nel 1222 da S. Francesco, recatosi ad Amalfi per rendere omaggio alle reliquie di S. Andrea, l’edificio, poi trasformato in albergo, conserva un preziosissimo Chiostro

Appena di fronte troviamo invece la

Chiesa di S. Antonio da Padova

Edificata nel 1220, conserva sull’altare marmoreo una pregevole tela del XVII sec. raffigurante le nozze di Giuseppe e Maria; una pala a riquadri raffigurante la vita di S. Francesco; un sarcofago romano del III sec. ed infine una lastra tombale di un ricco mercante amalfitano del XIV sec…
Il tempio è attualmente dedicato a S. Antonio da Padova, che ampia devozione riscuote presso la popolazione amalfitana, che tocca il suo culmine con la suggestiva processione navale del 13 Giugno

Dal piccolo loggiato della chiesetta, ammiriamo l’impressionante colpo d’occhio sul versante orientale di Amalfi: la cascata del Rione Vagliendola sulle mille barche in rada, il silvano vigore del parco dei Cappuccini, ed appena oltre, le frazioni, poco più che grappoli di case, arroccate a campanili moreschi sospesi nel verde delle vigne e dei terrazzi di limoni che scendono fino a baciare le onde…sullo sfondo: il Capo di Conca…ma riprendiamo il nostro percorso, passiamo ora in via S. Maria delle Signore…

Appena fuori del nucleo di case, una ripida scalinata che s'inerpica sul lato interno unisce alla via Capo di Croce, che sale dritta fino al Cimitero Monumentale, ex Monastero delle Benedettine del X sec., e passato questo, attraverso uno stretto sentiero, al Castello di Scalelle ed alla Torre dello Ziro… ma ne parliamo altrove (Percorso Grigio), proseguiamo con la nostra passeggiata...

Via S. Maria delle Signore anticamente era l'unica strada ad unire Atrani alla vicina Amalfi. Soleggiata, immersa nei fiori di ginestra e nei grassi fichi d'india, via via che procediamo si gusta uno splendido colpo d'occhio sull'intero Golfo, sul mare e sulla maestosa Torre di S. Francesco, spagnola ma dal popolo voluta “Saracena”…

Quasi al termine del camminatoio imbocchiamo le scale in discesa, tuffandoci in via Torricella nel rione occidentale di Atrani ..

Candido, di architetture mediterranee, ad Atrani non si cammina bensì ci si arrampica, per ombrosi vicoli e segrete scalinatelle. E poche scale appunto, superata l'antica porta cittadina, proseguiamo dritti fino all'incrocio con via S. Sebastiano (a sinistra), che conduce alla

Edificata nel XII sec, deriva il nome dal fatto che dal suo loggiato venivano banditi al popolo gli eletti al Ducato o, secondo un'altra versione, i nomi dei condannati a morte. La tradizione tramanda dell'intercessione della Vergine Maria a favore di un uomo ingiustamente condannato all'impiccagione. L'episodio è ritratto nel dipinto quattrocentesco che sormonta l'altare(in basso a destra). Degni di nota: un'urna cineraria risalente alla dinastia Giulio-Claudia, ed un preziosissimo pavimento maiolicato del XIX sec...

Vicine alla chiesina sorgono: l'antica Casa Gargano, appartenuta ai nonni materni di Masaniello, che quindi per metà era Atranese; e la più famosa Grotta di Masaniello, una piccola cavità naturale nella quale nel 1643, braccato dai soldati del vicerè di Napoli, la tradizione vuole si sia rifugiato l'eroe per qualche giorno…

Tornati all’incrocio, proseguiamo in discesa per via pei Monti, segue via Campo, dove notiamo un caratteristico contrafforte a tre archi e, poche rampe di scale ancora, sbuchiamo nella bella Piazza Umberto I,

ove troneggia la

In epoca repubblicana Atrani era sede della dieta ch'eleggeva i Duchi e questa chiesa era la cappella palatina ove la cerimonia d'investitura aveva luogo (viene ripetuta ogni anno con il Capodanno Bizantino il 1° Settembre).

Del X sec., al suo interno conserva: una Lastra Tombale del XV sec. raffigurante la nobildonna atranese Filippa Napolitano, e un Pluteo marmoreo del XII sec. raffigurante due pavoni, simbolo dell'opulenza dei nobili amalfitani. La chiesina era inoltre dotata di imponenti Porte bronzee, dono del nobile atranese Pantaleone Viarecta, attualmente custodite presso la Santa Collegiata. Fuse in Oriente nel 1087, le porte hanno valve suddivise in formelle intarsiate d'argento, raffiguranti Cristo, la Madonna, i SS. Sebastiano e Pantaleone…

Attigua, è la minuscola Chiesa dell'Immacolata che conserva un'urna cineraria romana...

Dalla piazza, prendiamo a sinistra, per via Arte della Lana...

Cosiddetta poiché lungo il suo corso aprivano le botteghe dei lanari, i pur famosi "pannilana" atranesi sul finire del XVIII sec. vennero cedendo il passo alla oramai più redditizia lavorazione della pasta. Pochi metri e, presa via Gambardella sul lato destro, troviamo il francescano

Monastero di S. Rosalia con l'annessa chiesina

All'interno troviamo: un pregiato organo settecentesco e una raffigurazione di S. Rosalia di autore ignoto…

Proseguiamo a sinistra adesso per via Monastero, fino al caratteristico trivio che c'immette in via Carmine. Poche decine di scalini e troviamo la

Barocca del 1601, spicca su tutto il bel Campanile moresco.
Sull'altare è una tela quattrocentesca raffigurante la Madonna del Carmine, che la tradizione vuole derivare da un'antica edicola che sorgeva al posto dell'attuale edificio. Da segnalarsi ancora: l'antico Presepe i cui personaggi sono fedeli riproduzioni di uomini e donne atranesi del XVIII sec

Sul lato interno dello spiazzo antistante la chiesa si nota un breve scampolo delle Mura Medievali di Atrani, proseguendo oltre invece è la ripida via Fiume ove troviamo: l'antica Porta Settentrionale di Atrani,

Edificata tra l'XI ed il XII sec, l'interno è occupato in tutta la lunghezza da tombe, e da un altare in muratura di gusto barocco, su cui spicca un bel dipinto su metallo raffigurante S. Michele, opera del Cretella del 1930…

Proseguendo oltre è una piacevole passeggiata nella verde vallata del fiume Dragone, attraverso quella che fino a pochi anni fa era la zona dei mulini e delle cartiere di Strani, oggi ruderi purtroppo, interessantissimi Reperti di archeologia industriale…ma è ora di tornare…

Attraverso via Carmine riprendiamo via Arte della Lana, che seguiamo sempre dritti (verso destra) fino a sgorgare in Largo Vollaro Di Lieto ove notiamo i ruderi di un vecchio pastificio...

Attraverso via dei Dogi, il corso principale, torniamo adesso in piazza, di dove proseguiamo per via F. M. Pansa, a sinistra della fontana.

Appena pochi metri e, subito a sinistra, imbocchiamo la ripida scalinata di via Traversa Maddalena. Che ci conduce in largo S. Maria Maddalena, innanzi la

Eretta nel 1274 sui ruderi di un antico fortilizio, nel corso dei secoli l'edificio ha subito numerosi rifacimenti, i più importanti in epoca barocca, tanto che la bella facciata è secondo lo Schiavo "l'unico esempio di Rococò sulla Costa d'Amalfi"...

All'interno spiccano: il bell'altare maggiore adornato da tre pale raffiguranti al centro S. Maria Maddalena, ed ai lati i SS. Andrea e Sebastiano opere di Giovan Angelo D'Uva di Maiori e, ad arricchire le cappelline patronali laterali, numerose opere sette-ottocentesche, tra le quali segnaliamo: una Madonna Pastorella statuetta policroma del 1789; l'Incredulità di S. Tommaso tela cinquecentesca del Sabatini; una Lastra marmorea con iscrizione, che si pensa anticamente sistemata sull'ingresso della chiesa, poi sostituita con quella attuale; infine le Porte bronzee di S. Salvatore dè Birecto

Magnifico, che toglie il fiato, il colpo d'occhio dal loggiato antistante la chiesa: ove termina la nostra passeggiata…

     
   
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