AMALFI - Azienda di Soggiorno e Turismo
     
   
Percorso Rosso »
VISITA DEL CENTRO STORICO
Tempo di percorrenza: 3 ORE
Grado di difficoltà: AGEVOLE
   
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Via delle Repubbliche Marinare » Pannello di Diodoro Cossa » Piazza Municipio » Supportico S. Andrea » Cappella di S. Anna la Piccola » Largo Filippo Augustariccio » via dei Prefetturi » Chiesa di S. Anna » Chiesa di S. Maria Maggiore » Chiesa dell’Addolorata » Salita Bonelli » via S. Simone » salita A. Tirabassi » Chiesa di S. Lucia » Supportico Rua » Piazza Spirito Santo » Ruderi della Chiesa di S. Spirito » Palazzo Castriota » via F. M. Pansa » via Ercolano Marini » Chiesa del Carmine » vico dei Pastai » via Mastalo Duca » salita Ruggiero II » Chiesa di S. Giuseppe » Piazza dei Dogi

L’Azienda di Soggiorno e Turismo, innanzi alla quale ci troviamo, è alloggiata nei locali del cinquecentesco Monastero benedettino femminile della SS. Trinità, oggi palazzo S. Benedetto, sede inoltre dell’Ufficio Postale, del Comune e della Biblioteca Comunale…

Dall’ingresso degli uffici risaliamo via delle Repubbliche Marinare fino al pannello ceramico

Realizzato nel 1968 da Diodoro Cossa, attraverso una serie di quadri scenici, l’opera espone i momenti salienti della storia amalfitana. Apre il racconto, in alto a sinistra, la scena dei profughi romani stanziati sulle alture di Scala nel IV secolo; seguono poi: la fondazione della città; la costruzione delle navi e l’inizio del commercio; l’attività diplomatica e legislativa degli amalfitani nel bacino mediterraneo e ancora, sul livello inferiore, l’età dell’opulenza con la costruzione degli imponenti edifici cittadini e dei magnifici chiostri; la traslazione da Costantinopoli delle reliquie di S. Andrea Apostolo; la fase della decadenza nel IV sec.; l’inventiva amalfitana, rappresentata dalla invenzione della bussola da parte di Flavio Gioia, dalla produzione della carta a mano e dalla coltivazione dei limoni col caratteristico sistema dei terrazzamenti; chiude il racconto la tipica carrozzella sulla quale compiono il tradizionale giro della città una coppia di giovani sposi, simbolo del rinnovamento e della storia che continua…

Dal Pannello prendiamo a sinistra per Piazza Municipio detta “Campolillo”, anticamente Contrada S. Angelo itra Moenia.
Alla nostra destra è la Chiesa di S. Maria dell’Annuziata, del 1349, conserva alcune tele sette-ottocentesche. A sinistra invece apre l’ingresso al Municipio ed al Museo Civico

Immeditamente sull’ingresso è l’Apocalisse di S. Giovanni Evangelista, opera di Domenico Morelli, servita da bozzetto per i mosaici della facciata del duomo, rifatta nel 1891. Lungo le pareti si ammirano un ritratto dello storico amalfitano Matteo Camera opera di Pietro Scoppetta (1864-1927) artista amalfitano esponente della Scuola dei Macchiaioli di Posillipo, ed ancora: un dipinto raffigurante Flavio Gioia, ed un ritratto dello stesso Scoppetta opera di un suo allievo. Sul fondo del salone, in una grande teca lignea: esemplari di tari’, l’antica moneta amalfitana;

strumenti nautici; ed una rara copia a stampa delle “Pandette” del Corpus Juris Civilis di Giustiniano il cui originale, razziato dai Pisani nel 1135, è custodito oggi nella Biblioteca Laurenziana a Firenze. Nella teca troviamo pure il preziosissimo Codice Foscariniano, redatto intorno al XVII sec, e donato alla città di Amalfi nel 1929, da Benito Mussolini che lo acquistò a Vienna. I volume raccoglie: il “Chronicon Amalfitanum”, la “Chronica omnium Archiepiscoporum Amalphitanorum”, le “Consuetudines Civitatis Amalfie”, e soprattutto la “Tabula de Amalpha”, il primo codice marittimo internazionale, redatto in 66 capitoli dagli Amalfitani tra l’XI ed il XIV sec…

Dietro la teca è l’antico confalone cittadino, raffigurante una “donna riccamente vestita di bruccato”, negli stipi attigui stanno invece i costumi dell’Antica Repubblica Marinara sfoggiati per la Regata Storica delle 4 Antiche Repubbliche Marinare, palio remiero tra Amalfi, Pisa, Genova, Venezia, che alternandosi la ospitano di anno in anno la prima settimana di Giugno…

Usciti dall’edificio, sul lato settentrionale della piazza, troviamo l’antica domus Campolillo, una residenza aristocratica edificata nell’XI sec. e rimaneggiata nel XIII, dall’interessantissimo androne con volte a crociera…

Attraverso lo stretto Supportico S. Andrea, alla nostra sinistra, giungiamo all’entrata della Biblioteca Comunale “Pietro Scoppetta”, sede inoltre del Centro di Cultura e Storia Amalfitana. Ente culturale di diritto pubblico, il Centro venne istituito nel 1975 a fini di studio e promozione del territorio, per tale altissima missione spesso ospite di convegni e mostre documentarie, oltre che di ben 3.700 tra volumi, manoscritti ed antiche ristampe aventi ad oggetto la storia e la cultura locale…

A pochi passi troviamo l’entrata secondaria al Duomo di S. Andrea, che tuttavia bypassiamo seguitando attraverso lo stretto supportico S. Andrea.

Passata la piccola Chiesa di S. Anna piccola, detta “la scura” dai toni cupi del dipinto che adorna l’altare (raffigura S. Anna con la Madonna Bambina)

sgorghiamo in Largo Filippo Augustariccio, nel Medioevo “Campo de Cinnamellis”, nel quale operavano i mercanti di spezie. Qui imbocchiamo via dei Prefetturi…

Man mano che avanziamo incontriamo: l’antico Tribunale dei Duchi Piccolomini oggi sede di una casa di riposo, la Cappella di S. Anna “la Grande”

al pianterreno del quattrocentesco Palazzo Bonito e, ormai nello slargo S. Maria Maggiore, la Chiesa di S. Maria Maggiore appunto, dal bel campanile moresco.

Fondata dal Duca Mansone I nel 986, ma profondamente rimaneggiata in epoca barocca, conserva numerose tele, le spoglie di S. Felice ed un pregevole presepe settecentesco. Attigua è la Chiesa di S. Maria Addolorata

Fondata sul finire del XVIII sec., custodisce: numerose tele sei-settecentesche; una statua marmorea del XVI sec raffigurante la Madonna col Bambino; un bassorilievo tardo gotico rappresentante La Crocifissione, ed una Pietà rinascimentale. La chiesa è sede dell’omonima Arciconfraternita fondata nel 1777…

Organizzano i Vespri della Settimana Santa i Confratelli, ed il suggestivo Corteo dei Battenti, i candidi incappucciati che portano in processione i “Misteri”, simboli della Passione e morte di Cristo. Apre la “Via Crucis del Giovedì Santo”, col mesto corteo che per le vie del paese ripercorre le tappe della cattura e della Passione di Cristo, per poi cedere il passo al “Corteo Funebre del Venerdì Santo”, che al labile chiarore delle fiaccole scorta al sepolcro le settecentesche statue della Madonna Addolorata e del Cristo Morto…
La scena si svolge nel più assoluto silenzio, rotto soltanto, a sprazzi, dallo struggente coro (musiche e parole del musicista amalfitano Antonio Tirabassi 1882-1947) che urla la disperazione della divina Madre...

Ancora dritti, incrociamo la Salita Bonelli, che percorriamo in salita fino in via S. Simone. Attraverso i suggestivi vicoli dell’antico Rione S. Simone,

dopo circa un centinaio di metri prendiamo in discesa sul lato sinistro la stretta scalinatella di via Tirabassi che, circa metà rampa, unisce alla Chiesina di S. Lucia, del XII sec…

Al termine della scala ci troviamo in mezzo alla Ruga Nova, l’antico porticato che, prima della copertura del fiume, avvenuta verso la fine del XIII sec., costituiva l’unica via di attraversamento del centro cittadino…

Dritti sgorghiamo in Piazza Spirito Santo.

Qui ci rifocilliamo un attimo alla caratteristica Fontana della “Capa ‘e Ciuccio” - cosiddetta perché vi si abbeveravano gli asini impiegati per il trasporto delle merci, e soprattutto del ferro proveniente dalla grande Ferriera posta nella valle omonima - e ci guardiamoci intorno…

In origine detto “de li Grassi”, questo slargo segnava il limite estremo del centro cittadino e la Porta Hospitalis ne chiudeva l’accesso (cosiddetta perché ivi sorgeva un Ospedale di S. Maria Cruciferarum, fondato nel 1213 dal Cardinale Pietro Capuano).

Sul lato sinistro dello slargo, nel massiccio muro grigio, notiamo degli archi intrecciati, parte superstite del chiostro duecentesco della Chiesa dello Spirito Santo, patrocinio dei Cartari…

Poco più in basso è l’entrata del Palazzo Castriota, che imbocchiamo…,

Appartenuto tra il XV ed il XVII sec. alla nobile famiglia albanese dei Castriota-Eskanderbergh, la parte più interessante dello stabile è al primo piano, nell’androne interno, ove sono conservati due pregevolissimi affreschi di Ignazio Lucibello, allievo dello Scoppetta. Realizzati nei primi anni trenta del secolo scorso, raffigurano: il discorso di Ruggero il Normanno agli Amalfitani e la presa di Gerusalemme. In primo piano sono i Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme, l’Ordine Ospedaliero fondato da Fra Gerardo Sasso intorno al 1113, nei secoli divenuto Sacro Ordine dei Cavalieri di Malta…

Attraverso una porta sita al piano superiore, guadagniamo il Piazzale Campo e di qui, proseguendo dritti lungo via Francesco Maria Pansa incontriamo i Resti dell’antico Convento di S. Nicola (cappella terranea ed androne con volte a crociera). Sempre procedendo,

passato Vicolo dei Pastai, ed ormai in via Mastalo Duca,

incontriamo tutta una serie di maestosi Palazzi Gentilizi riconducibili al XI-XII sec. e, alla fine del viadotto coperto, sulla destra, la cinquecentesca Cappella di S. Giuseppe dei Castriota

Ancora pochi passi e guadagniamo la suggestiva Piazza dei Dogi, in origine dei Ferrari “ ‘– poiché ivi operavano i fabbri cittadini…

Magnifico esempio di piazza medievale, quivi sorgevano ben 4 chiese, come suggeriscono le vestigia della Chiesa dei SS. Quaranta Martiri sul lato occidentale, ed ancora presso i finestroni degli Antichi Arsenali sul lato opposto. Sul alto sinistro della piazza, uno stretto cunicolo collega alla Piazza Duomo. Il grande palazzo in angolo invece, quello con la colonna marmorea incastonata, è l’antico Palazzo Piccolomini, dal nome dei Duchi senesi feudatari di Amalfi dal 1461 al 1568. Detto palazzo resta famoso in quanto ospite di artisti e letterati, ma soprattutto perché scenario della tragica vicenda di Giovanna d’Aragona

In questa magnifica piazza termina la nostra prima passeggiata…

     
   
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